Formazioni.
Pralormo(4-3-3): Gandolfo; Aimo,De Filippo,Abbondanza,Rey; Nano,Pavesio(83°Visca), Alessandro Di Gregorio ; Francesco Bosco,Rumiato(85°Marzullo), Fabio Di Gregorio.
In panchina: Osella,Ninni,Della Ferrera,Dumbya,Gullino,Orrù,Andrea Bosco.
Allenatore: Marocco,6,5.
Atletico(4-4-2): Grasso; Lavezzo,Pisano,Pellissero,Garello(91° Tifni); Rosso,Vergnano,Di Prima,Cagliero; Nesci( 46° Cattapan),Mendola(63° Mercadante)
In panchina: Bisio,Rollè,Gala,Alemanno.
Allenatore: Bongiovanni,6-.
Direttore di gara: Buggio della sezione di Collegno.
Tabellino.
Marcatore: Fabio Di Gregorio al 93°
Espulsioni: Di Prima al 80° per doppia ammonizione.
Ammonizioni: Rumiato,Fabio Di Gregorio, Di Prima,Lavezzo,Pisano,Rosso,Cattapan.
Note: pomeriggio gradevole e con sole, 24°, terreno di gioco non in perfette condizioni, spettatori circa 80, con solita rappresentanza racconigese.
E cinque! E manita fu, cribbio!!! Boia Faus!!! Quinta sconfitta consecutiva per l’Atletico Racconigi, situazione di classifica che si aggrava tragicamente, pesantemente ed ulteriormente, adesso sprofondamento in piena zona playout. al quint’ultimo posto del girone E. Ma la lotta continua!!! Non si molla!!!! Fino alla fine. Con il materiale umano e tecnico che si ha a disposizione! Almeno fino a dicembre…..poi si vedrà….
All’ultimo sospiro di partita, la nostra squadra subisce un evitabile tracollo ma l’ennesima, implacabile battuta d’arresto, quando ormai sembrava interrotta la striscia di risultati negativi consecutivi ed il pareggio obiettivo minimo acquisito.
Invece, nulla da fare neanche oggi,come una specie di maledizione soprannaturale, come un malefico sortilegio, come una sorta di stregoneria, di macumba, dalle quali non si riesce proprio a venirne fuori e finalmente riuscire ad esorcizzare.
Il malato Atletico, che oggi inaugurava l’inedita,rinnovata divisa con i colori bianco-rossi a strisce orizzontali e con l’immagine del castello stilizzata, si trova in stato pre-agonico e quasi terminale, le cure somministrate non hanno dato l’effetto sperato,nonostante al suo capezzale i tecnici ed il presidente in pectore negli ultimi giorni abbiano sperimentato e dedicato nuovi ed intensivi piani terapeutici per tentare l’inizio della guarigione e della riabilitazione.
Anche oggi, la sfiga ha colpito duramente, se consideriamo che la rete decisiva del Pralormo è stata segnata allo scadere dei tre minuti di recupero concessi, quando ormai il risultato di parità, ossigeno importante per rivitalizzare parzialmente i nostri giocatori, sembrava praticamente acquisito.
Diverse ma evidenti e palesi le sensazioni che si sono palpabilmente percepite tra le fila di giocatori,tecnici dirigenti e sostenitori , immediatamente dopo il triplice fischio finale: rabbia,impotenza,incredulità,costernazione,delusione mista a rassegnazione ma anche silenzi assordanti e sguardi persi nel vuoto pneumatico di quel di Pralormo.
Avevamo scritto la scorsa settimana dei brutti pensieri esternati dal vertice della dirigenza societaria, non riportati nel nostro articolo, subito dopo la sconfitta interna contro il Pinasca, proprio perchè espressi emotivamente a mente e ragione ancora caldi e con un corrispettivo, negativo stato d’animo che lasciamo immaginare.
Ebbene, anche oggi pomeriggio, complice non solo il risultato finale ma anche la prestazione esibita oggi dalla squadra, messa di fronte alla propria responsabilità per l’ennesima volta, quei brutti e drastici pensieri, ammorbiditi ma congelati durante la settimana, si sono ripresentati e rigenerati a tinte molto fosche, aleggiando funestamente e feralmente come dei demoni pervasivi,implosivi ed invasivi dell’inconscio e della psiche umana proiettate nel mondo della dura realtà calcistico-pallonara.
Su questo passaggio avremo modo di essere più precisi e puntuali successivamente.
Torniamo alla partita disputata al comunale di Pralormo, accompagnata e sostenuta alla vigilia da promettenti,rinnovati e credibili propositi di riscatto e di rilancio che l’intero gruppo racconigese ha continuato a perseguire ed alimentare, nonostante la crisi di gioco, di risultati e di classifica conclamati e certificati.
Il tecnico Bongio è costretto per la settima volta in altrettante partite di campionato a cambiare ed operare scelte dettate soprattutto da problemi e relative emergenze ed esigenze causa infortuni, defezioni ed indisponibilità varie.
Confermato il modulo 4-4-2, il sacrificato di turno nel reparto difensivo è stato Luca Rollè, convocato in panchina, al suo posto Pellissero schierato nuovamente titolare al fianco di Pisano, con Lavezzo e Garello esterni; a centrocampo, Vergnano e Di Prima centro mediani con Cagliero e Rosso sugli esterni, in attacco Mendola supportato dal giovane Simone Nesci, al suo esordio dal primo minuto, preferito al coetaneo Cattapan.
Ancora indisponibili Ferrantelli e Russo( oggi nell’inedito incarico di assistente all’arbitro, per via del mese di squalifica inflitto a Bongio senior dopo l’espulsione di domenica scorsa), Gala si accomodava in panca, assieme al Merca ed agli altri fuori quota Alemanno e Tifni.
Il tecnico del Pralormo Marocco riproponeva quasi la stessa formazione che domenica scorsa aveva strappato un buon pareggio in casa dell’Aurora Orbassano, con il bomber Rumiato e Fabio Di Gregorio fra gli elementi di maggior spicco,personalità e pericolosità.
La partita iniziava così agli ordini del signor Buggio della sezione di Collegno, sugli spalti circa 80 spettatori e clima e temperatura da fine estate.
Le prime schermaglie iniziali vedevano entrambe le contendenti impegnate ad occupare spazi e posizionarsi secondo equilibri tattici e schemi di gioco più consoni.
La prima azione di rilievo aveva come protagonista il giovane Nesci che al 7° minuto , appena entrato in area avversaria, si vedeva respingere la conclusione di destro dal portiere Gandolfo in tempistica uscita.
Replicava un minuto dopo la squadra di casa, con una pericolosa combinazione Rumiata-Nano nella nostra area, sventata dai nostri difensori.
Al 8°,uno scivolone fortuito di Lavezzo davanti l’area non veniva adeguatamente sfruttato da nessuno degli attaccanti della squadra di casa e opportunità che fortunatamente veniva vanificata.
Era il Pralormo, in questi primi 20 minuti di gioco, a dare l’impressione di una maggiore forza fisica, di imposizione della supremazia territoriale, di possesso palla e pressing aggressivo fatto anche di raddoppi di marcature; l’Atletico, d’altro canto, cercava di agire di rimessa, badando soprattutto a coprire e proteggere meglio la difesa e a lasciare poco spazio e possibilità alle iniziative avversarie.
Il Pralormo, a cavallo dei 30 minuti di gioco, teneva in apprensione la porta presidiata da Grasso con alcuni tentativi di Rumiato( colpo di testa svettante e palla di poco sul fondo) e di Francesco Bosco( conclusione dalla media distanza e pallone che terminava fuori di alcuni metri).
Al 34° l’Atletico si affacciava dalle parti di Gandolfo con una punizione di Mendola con parabola deviata in angolo dalla barriera.
Nel frattempo Di Prima riceveva dal direttore di gara la sua prima ammonizione della partita per un’entrata giudicata pericolosa a gamba tesa.
Lo svolgimento della prima frazione di gioco risentiva anche di numerose e ripetute interruzioni di gioco decretate dall’arbitro che sanzionava con calci di punizione quasi ogni intervento falloso commesso, vero o presunto, che veniva rilevato.
Gli uomini di mister Marocco chiudevano il primo tempo con le ultime azioni di Fabio Di Gregorio, tiro dalla distanza alto di poco e con una velenosa punizione calciata in area dallo stesso attaccante numero 11,difesa racconigese in leggero affanno ma che riusciva comunque ad allontanare la minaccia e sbrogliare l’intrigata situazione.
I primi 45 di gioco si concludevano con un pallone malamente svirgolato di destro ad opera di Di Prima, calciato dai 25 metri avversari, che terminava abbondantemente out.
L’Atletico decideva scaramanticamente di trascorrere l’intervallo rinunciando a rientrare negli spogliatoi, con Bongio che catechizzava,dava direttive e impartiva indicazioni ai suoi giocatori che nel frattempo si erano seduti in panchina.
La ripresa iniziava con un cambio dell’Atletico resosi necessario per sostituire l’infortunato Nesci( forte contusione al ginocchio) con l’omologo Cattapan e con un’azione improvvisa che permetteva a Di Prima di indirizzare verso la porta avversaria una conclusione da distanza siderale che voleva sorprendere il portiere ancora fuori dai pali, pallone che si spegneva sul fondo.
Immediata replica del Pralormo, al 49°, con il numero 7 Nano che dai 20 metri lasciava partire una precisa conclusione di sinistro che si stampava sulla traversa, sfera poi intercettata da Grasso sulla relativa ricaduta e pericolo scampato.
Al 56° era la volta dell’Atletico tentare di impensierire la difesa avversaria con un tiro di sinistro di Cagliero che costringeva Gandolfo e distendersi in tuffo vicino al palo alla sua sinistra.
Ancora Gandolfo, al 61°, bloccava senza difficoltà un tiro di destro dalla distanza scagliato da Cattapan; 2 minuti dopo, Bongio richiamava in panchina un generoso ma evanescente e stanco capitan Mendola mandando in campo Gioele Mercadante e fascia di capitano che passava a Lavezzo.
Al 65° Pellissero frustrava in angolo un tentativo da distanza ravvicinata del panzer Rumiato e alcuni minuti dopo l’Atletico reclamava un penalty per un presunto atterramento ai danni di Di Prima nel tentativo di calciare in porta in mezzo ad alcuni avversari, l’arbitro lasciava proseguire.
La squadra di casa in divisa blu con stemma societario che riproduce un bisonte stilizzato, si riproponeva pericolosamente in avanti ed ancora con F.D.G., il cui insidioso rasoterra lambiva di poco il palo alla destra della porta di Grasso.
Replicava alcuni minuti dopo Mercadante, bravo a lavorare un pallone dal limite dell’area, ad accentrarsi e a concludere di sinistro a girare con parata impegnativa di Gandolfo.
Al minuto 80, il direttore di gara ammoniva per la seconda volta Di Prima reo di avere simulato un atterramento in piena area di rigore, Atletico quindi costretto a difendersi ed a soffrire per i restanti 13 minuti in condizioni di inferiorità numerica, con l’inevitabile adattamento al 4-4-1,con l’ evidente e marcato intento di mantenere il risultato di parità per riportare a casa un pareggio comunque positivo.
Il Pralormo, rinvigorito e rivitalizzato dalla sopraggiunta superiorità degli effettivi in campo, tentava nei minuti finali di accentuare il forcing presso la nostra area ma la nostra difesa riusciva a tenere botta coprendo gli spazi e relative marcature con discreta efficienza.
Al minuto 82, ancora Fabio D.G., insidiava la nostra porta con un esecuzione di destro direttamente da calcio piazzato, da posizione decentrata, pallone che colpiva il palo esterno e terminava fuori!!
Al 91° Garello faceva cenno alla panchina di non farcela più( dolore ai talloni) e veniva sostituito da Tifni.
All’ultimo sospiro dei 3 minuti( lievitati a 3 minuti e 30 per il cambio effettuato,n.d.r,) il Pralormo riusciva a violare la porta di Grasso con l’ uomo più pericoloso dell’intera partita, Fabio Di Gregorio, F.D.G.
Mancavano pochi secondi al fischio finale e la nostra retroguardia non riusciva ad allontanare il pallone dai propri 16 metri, la serie horror del luna park degli svarioni e dei mancati disimpegni difensivi vedeva protagonisti negativi in ordine Tifni,Grasso e Lavezzo, pallone che perveniva dalle parti di Fabio Di Gregorio, appostato sull’out sinistro della nostra area, l’attaccante numero 11 era bravo a superare l’opposizione della nostra retroguardia e da posizione frontale lasciava partire un prepotente e preciso destro che si insaccava alla destra dell’esterrefatto Grasso.
Tripudio di giocatori in maglia blu che nei festeggiamenti esultanti sommergevano letteralmente il loro match-winner sotto una valanga umana.La partita si concludeva così con queste manifestazioni scenico – tribali tipiche per queste occasioni, con il direttore di gara che ammoniva lo stesso fromboliere numero 11 sanzionandolo per essersi tolto la maglietta nell’euforia personale dopo aver segnato la rete decisiva affossa Atletico.
Lasciamo alla vostra immaginazione invece la non reazione , anzi la reazione pietrificata dei sentimenti di incredulità,di impotenza e di mestizia che trapelavano ed affioravano sui volti, sui gesti emotivi di giocatori, tecnici e dirigenti.
Andrea Bongiovanni non si intratteneva più di tanto negli spogliatoi ed abbandonava l’impianto di gioco affranto, sconsolato e carico di tensione, raggiungendo la sua Volvo che lo avrebbe riportato a casa, accompagnato da un caotico e sofferto affollamento di pensieri,impressioni,sensazioni che non lasciano presagire niente di buono.
Cosa potrà accadere adesso a livello decisionale non è ancora dato sapersi.Probabilmente oggi, lunedì, a 24 ore di distanza dalla sconfitta, si cercherà di analizzare e valutare bene la situazione, anche se ieri sera il duo Bongio-Bordese si sarà sicuramente confrontato e consultato per procedere al da farsi più opportuno, sulla base di considerazioni logiche e realistiche ed in chiave prospettica.
Certo che, dati statistici alla mano, era inimmaginabile prevedere una situazione disastrosa del genere, con la squadra che adesso si trova in condizioni psicologiche precarie e fragili dalle quali oggi non si riesce ad intravedere un minimo spiraglio di ottimismo.
Il progetto calcistico costruito la scorsa estate con rinnovati, concreti ed entusiastici programmi e propositi di disputare un campionato dignitoso e competitivo, in grado di permettere alla squadra il raggiungimento dell’obiettivo minimo play off , rischia adesso di essere compromesso e travolto da un naufragio collettivo che ha coinvolto principalmente i calciatori dell’organico, dai più esperti,affidabili ed autorevoli agli atleti più giovani,vogliosi di emergere, con buone aspettative di ottenere un loro personale contributo alla causa.
Abbiamo avuto modo più volte, commentando le partite fino adesso affrontate e disputate, di esprimere ed oggettivare i nostri personali giudizi sulle cause che hanno determinato l’evolversi della situazione attuale, focalizzando la nostra attenzione circa alcuni difetti di allestimento e di impostazione della squadra che riguarderebbero soprattutto le fisiologiche deficienze del reparto offensivo, non disponendo la nostra formazione di un attaccante con caratteristiche tipiche da uomo d’area e di realizzatore e di stoccatore finalizzativo, essendo i nostri attaccanti più portati a partire ed a inserirsi lontano dall’area di rigore.
Si è cercato di sopperire, in queste prime sette partite di campionato, utilizzando schemi e sistemi di gioco in grado di permettere le nostre mezze punte di presentarsi in area avversaria per cercare di concludere a rete.
A parziale conferma e dimostrazione di quanto esplicitato, il fatto che i nostri migliori realizzatori fino a questo momento siano stati Fabio Di Prima con 5 reti su un totale di 13 e addirittura il difensore Lavezzo che ne ha messi a segno 2 .
Ma il dato statistico che fa maggiormente riflettere sono le 17 reti finora incassate su sette partite, alla media di 2,4 a partita, considerando che la difesa, nelle aspettative generali, doveva essere un efficiente reparto su cui fare affidamento.
A volere giustificare in parte la scabrosa e delicata situazione, senza per questo fornire alibi e coperture di singole responsabilità a vari livelli, il fatto che Bongio ha avuto le complicazioni di non essere stato messo in condizione di poter schierare due volte di seguito la stessa formazione, fermo restando il turn over e gli avvicendamenti di volta in volta operati per dare spazio a tutti. Sono stati tanti gli infortuni e le indisponibilità a vario titolo che hanno generato le prestazioni, la cifra di gioco ed i risultati che hanno pesantemente penalizzato la classifica attuale.
Anche per la partita odierna, volendo esprimere valutazioni e giudizi sui singoli elementi, con tutta la simpatia e volendo evitare per amor di patria di infierire su uno stato d’animo generale scosso e terremotato di suo, facciamo fatica ad individuare voti di piena sufficienza, considerando l’impegno che ogni giocatore ci ha messo nel corso della gara.
Preferiamo concludere parafrasando una strofa di una delle più belle canzoni incise da Enrico Ruggeri( abbiamo soltanto cambiato il testo con squadra, visto il riferimento,n.d.r.):
” Il futuro è un’ipotesi, forse il prossimo alibi che vuoi,
il futuro è una scusa per ripensarci poi.
Il futuro è una voglia e non sai se sincera
il futuro è una squadra che probabilmente spera.
Fino a quando, chissà?”
Domenica prossima, altra partita del non ritorno, in casa contro il derelitto Vigone , un’altra grande ammalata del girone.
Necessario ritrovare nuove motivazioni, nuovi entusiasmi, nuove condizioni morali,agonistiche,spirituali per risorgere , riprendere ed invertire la rotta, dare una svolta significativa al triste destino che ha caratterizzato questo inizio di stagione agonistica.
Testa,campo e palla a voi, allenatore e giocatori .
God bless you!!!!
Mimmo Monachino.
Esordio amaro con la nuova divisa.